“Il tempo è un’illusione. La storia nasce da questa frase e dal corto circuito tra la lettura di un saggio scientifico piuttosto noto e la visione di una puntata di una mediocre serie televisiva. Dalla mareggiata di domande paradossali e immagini suggestive uscirono i due protagonisti di questa storia, Luca e Serena.
Luca è uno stronzo come tanti. La sua vita viene devastata da un incidente alpinistico che non è un incidente. Sopravvive alla caduta, ma quello che rimane di lui è un’altro Luca, qualcuno che ha guardato oltre il velo ed è tornato .
Serena è un ex militare, una con un passato da x-files, che ha vissuto troppo intensamente e che vede cose che non dovrebbe vedere, con una madre ansiogena e troppi fantasmi che si affollano attorno a lei.
Questo racconto è la storia del loro incontro, il preludio al romanzo fantastico che narra le loro avventure, vissute sempre al confine della realtà, in un incessante flusso di misteri e paradossi.“
Quarta di copertina:
Il tempo è un’illusione.
Un velo in cui amiamo stringerci come fosse un mantello che ci protegge dalla pioggia. Un bisogno talmente forte che ne facciamo catena da stringerci al polso.
Il tempo è un modo vigliacco per tenere lontano la morte. Perché abbiamo paura della morte, tutti noi. E per paura diventiamo schiavi di quest’illusione.
Il tempo non esiste.
Io lo so. Ho visto il velo. E ho visto oltre il velo.
Luca sopravvive a una caduta durante una scalata, ma la sua vita ne viene stravolta. Il Luca che era prima non c’è più e lui stenta a riconoscersi nel relitto smarrito che è diventato. La prospettiva di passare il resto della vita in quello stato, su una sedia a rotelle e con problemi cerebrali, diventa sempre più insopportabile.
Serena ha bruciato l’esistenza in quindici anni di carriera militare che vuole dimenticare. Vede cose che non dovrebbe vedere, conosce fatti che non dovrebbe conoscere. Per questo si lancia alla ricerca di Luca, che non ha mai incontrato, per arrivare in tempo a un incontro già fissato.
Un racconto che è una spirale di misteri e colpi di scena che ti condurrà ai confini del tempo e della realtà.
Dall’opera
”
Il tempo è ciò che impedisce alle cose di accadere tutte in una volta. (John Archibald Wheeler)
Alice: “Per quanto tempo è per sempre?” Bianconiglio: “A volte, solo un secondo”. (Lewis Carrol)
Il tempo è un’illusione. (Albert Einstein)
Luca
Luca spostò il peso sul piede destro, cambiò presa alla mano sinistra e si tirò su. Piede, mano, piede. Con cautela. La parete era ancora bagnata dalla pioggerella caduta mezzora prima. Un controllo alle funi, un controllo al moschettone, poi Luca alzò il viso verso l’alto. Nicola, il suo compagno di scalata, era alcuni metri più in alto. Basso, tarchiato e calvo, famiglia, chiesa e rettitudine da nausea. Avevano poco in comune Luca e Nicola: il lavoro e l’amore per la montagna, l’alpinismo. Tra poco gli avrebbe dato il cambio in testa e non vedeva l’ora.
– Pausa! Due minuti – urlò Luca verso l’alto. Nicola di fermò sopra di lui e gli fece segno di aver capito. Quell’uomo era instancabile. Il minimo delle pause, dritto verso la meta. Ma si perdeva il bello delle scalate. Era una sfida tra loro e la montagna, tra i piccoli uomini e il dio. E loro la vincevano la sfida: arrivare in cima e sentirsi dei giganti.
Però il piacere andava gustato durante e non solo alla fine. Guardare di sotto, sospesi su una parete di roccia, un volo di centocinquanta metri, per vedere il mondo lontano e piccolo. Luca amava la sensazione di distacco, amava sentirsi sospeso tra cielo e terra. Eterni momenti di silenzio sottolineati da pensieri intensi come se le paure lassù non potessero arrivare. Come se il mormorio del vento desse voce a ignoti pensieri inespressi che Luca si portava dentro.
Il fischio di Nicola lo riscosse. Gli rispose con un pollice alzato. Il compagno riprese a salire. Ancora quaranta metri, più o meno. Il tempo andava peggiorando, nubi scure venivano da est, due ore o meno. Avevano tutto il tempo.
Fu in quel momento che Luca sentì Nicola urlare. Solo uno sguardo per vederlo perdere la presa e cadere. Un lungo momento prima che la gravità si aggrappasse alle caviglie del collega e lo facesse volare giù. Il cervello di Luca afferrò all’istante l’insieme delle cose, ma ci vollero secoli per far muovere il corpo. Si tolse dalla linea di caduta quel che bastava e si afferrò alla roccia. Ma lo strappo non venne.
Sentì un rintocco metallico e capì che un chiodo era andato. Sfilato dalla roccia. Oddio! Nicola gli volò vicino, ma Luca non lo guardò nemmeno. Guardò in su. Stranamente gli furono chiari una miriade di particolari inutili. La linea netta della parete contro le nuvole e l’azzurro del cielo. Una chiazza di colore, forse dei fiori, sulla parete a sinistra. E la corda libera, non capiva come, che gli sibilava contro come un serpente a sonagli.
Fu strappato dalla parete. Urlò per le fitte atroci alle mani. Uno strappo ancora, violento, alla vita, e Luca gemette di felicità quando capì che non cadeva più, un gancio aveva tenuto. Poi perdette di nuovo peso e la parete riprese a correre accanto a lui, poi gli diede una spallata che l’allontanò. E il tempo si fermò. Tutto si fermò. Vedeva il mondo piccolo sotto di lui, vedeva Nicola, vedeva il fondo laggiù. Quanto è lontano? Luca capì che aveva poco tempo per imparare a volare.
Fu a metà che si rese conto di quanto il mondo fosse bello e che non era vero: aveva tutto il tempo.
”
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- Titolo: Il tempo è un’illusione
- Opera: racconto
- Autore: Selvatici Pierluigi
- Pagine: 43
- Anno pubblicazione: 2008
- Prezzo: gratuito